I DIRITTI DELL'UOMO e I DOVERI DEL CITTADINO
UN AUGURIO di BUONE FESTE
Non riesco ad immergermi, come la
maggior parte delle persone fa, in questo clima di festa religiosa in
apparenza, ma spudoratamente molto commerciale nella sostanza.
Tutti, però, vorremmo far rinascere un
Gesù Cristo che ci aiuti a risolvere i problemi: quelli dell'umanità
intera e quelli nostri personali.
Il mio augurio è che Insieme a Gesù
Cristo, vorrei che rinascesse la stima verso coloro che in nome di
Cristo, o nello spirito di una civile convivenza fra gli uomini,
hanno speso tutta o parte della loro esistenza perché questo si
avverasse nei fatti e non solo nell'auspicio.
Spero che Mazzini mi perdoni per
aver disturbato il suo sonno. Ma il suo pensiero è così attuale che
mi nasce spontaneo il desiderio di farlo rivivere.
Le sue parole di un secolo e mezzo fa,
scritte sotto forma di lettera, erano dirette ad un popolo che ancora
non aveva una Patria unita in una Repubblica: un suo sogno,
costatogli anni di prigione ed esilio.
Mi fa soffrire pensare che dopo 150
anni, alla Patria Italia manchi ancora l'anima come diceva Mazzini:
lo spirito dei Doveri.
Quello che segue è solo un piccolo
sunto della sua lettera al popolo, alla vigilia dell'unificazione, ma
è sufficiente ad esprimere il suo pensiero sull'effetto benefico che
il rispetto dei doveri produce per aver diritto ai diritti.
I DOVERI DELL'UOMO
“L'avvenire, della Patria è
vostro” così scriveva Giuseppe Mazzini, il 23 Aprile del 1860,
“voi non lo fonderete se non liberandovi da due piaghe che oggi
purtroppo, spero per breve tempo, contaminano le classi più agiate e
minacciano di sviare il progresso Italiano: il Macchiavellismo e il
Materialismo. Il primo, travestimento meschino della scienza d'un
Grande infelice, v'allontana dall'amore e dall'adorazione schietta e
lealmente audace della Verità; il secondo vi trascina
inevitabilmente, con il culto degli interessi, all'egoismo ed
all'anarchia...”
Oggi il Macchiavellismo lo applichiamo
cercando l'uomo “forte” al posto del “giusto”, che ci
risolva, oltre ai problemi della nazione, anche i problemi personali,
mentre il Materialismo lo pratichiamo nel consumismo insostenibile
che manda in crisi la società quando non può più consumare.
“...La mia voce può apparirvi
severa e troppo insistente a insegnarvi la necessità del sacrificio
e della virtù per altrui. Ma io so, e voi, buoni e non guasti da una
falsa scienza o dalla ricchezza, intenderete fra breve, che ogni
vostro diritto non può essere frutto che d'un dovere compiuto. Io
voglio parlarvi dei vostri doveri...”
La lettera era principalmente rivolta
ai lavoratori e ai poveri. Li esortava prima ai doveri verso Dio,
verso l'umanità, verso la Patria, verso la Famiglia; per costruire
una civiltà dove Dio, l'Umanità, la Patria, la Famiglia, ognuno
l'abbia dentro Se stesso, ognuno deve essere “coscienza”
dell'umanità.
“...Perché vi parlo io dei vostri
doveri prima di parlarvi dei vostri diritti? Perché, in una società
dove tutti, volontariamente o involontariamente, v'opprimono, dove
l'esercizio di tutti i diritti che appartengono all'uomo vi é
costantemente rapito, dove tutte le infelicità sono per voi, e ciò
che si chiama felicità é per gli uomini dell'altre classi, vi parlo
io di sacrificio, e non di conquista, di virtù, di miglioramento
morale, di educazione, e non di benessere materiale?
Siamo poveri, schiavi, infelici: parlateci di miglioramenti materiali, di libertà, di felicità. Diteci se siamo condannati a sempre soffrire o se dobbiamo alla nostra volta godere. Predicate il Dovere ai nostri padroni, alle classi che ci stanno sopra e che trattando noi come macchine, fanno monopolio dei beni che spettano a tutti. A noi, parlate di diritti: parlate dei modi di rivendicarceli; parlate della nostra potenza. Lasciate che abbiamo esistenza riconosciuta; ci parlerete allora di doveri e di sacrificio...
Siamo poveri, schiavi, infelici: parlateci di miglioramenti materiali, di libertà, di felicità. Diteci se siamo condannati a sempre soffrire o se dobbiamo alla nostra volta godere. Predicate il Dovere ai nostri padroni, alle classi che ci stanno sopra e che trattando noi come macchine, fanno monopolio dei beni che spettano a tutti. A noi, parlate di diritti: parlate dei modi di rivendicarceli; parlate della nostra potenza. Lasciate che abbiamo esistenza riconosciuta; ci parlerete allora di doveri e di sacrificio...
Ciascun uomo prese cura dei
propri diritti e del miglioramento della propria condizione senza
cercare di provvedere all'altrui; e quando i propri diritti si
trovarono in urto con quelli degli altri, fu guerra: guerra non di
sangue, ma d'oro e d'insidie: guerra meno virile dell'altra, ma
egualmente rovinosa: guerra accanita nella quale i forti schiacciano
inesorabilmente i deboli o gl'inesperti. In questa guerra continua,
gli uomini si educarono all'egoismo, e all'avidità dei beni
materiali esclusivamente...
...Dopo avergli parlato per anni in
nome degli interessi materiali, pretenderete ch'egli, trovando
davanti a sé ricchezza e potenza, non stenda la mano ad afferrarle,
anche a scapito de' suoi fratelli?.
E chi può, anche in una società
costituita su basi più giuste che non le attuali, convincere un uomo
fondato unicamente sulla teoria dei diritti, ch'egli ha da mantenersi
sulla via comune e occuparsi di dare sviluppo al pensiero sociale?
Ponete ch'ei si ribelli; ponete ch'egli si senta forte e vi dica:
rompo il patto sociale: le mie tendenze, le mie facoltà mi chiamano
altrove: ho diritto sacro, inviolabile, di svilupparle, e mi pongo in
guerra contro tutti: quale risposta potrete voi dargli stando alla
sua dottrina? che diritto avete voi, perché siete maggiorità,
d'imporgli ubbidienza e lacci che non s'accordano con i suoi
desideri, colle sue aspirazioni individuali? che diritto avete voi di
punirlo quando lui le vìola? ...chiamati
a godere e non altro, tentarono ognuno la propria via, non badando se
camminando su quella non calpestassero le teste dei loro fratelli,
fratelli di nome e nemici di fatto...”
Mazzini esorta a
cercare Dio, la Patria, la Famiglia e l'Umanità dentro ogni
individuo, per metterli in collaborazione con altri uomini per
diventare gruppi, che diventano popoli, che diventano società e poi
Civiltà.
“l'Umanità
conquista via via una nozione più chiara della propria vita, della
propria missione, di Dio e della sua legge”.
Penso che Mazzini
non si disturbi: sarebbe felice nell'apprendere che, grazie
all'impegno di alcuni seguaci del suo pensiero e di quello di altri
come lui, si è realizzato il suo sogno di Repubblica. Sarebbe, però,
amareggiato nell'apprendere che nel 2012 ancora la maggior parte dei
cittadini della Repubblica arraffano e difendono tutto quello che
hanno, con qualsiasi mezzo, anche se ciò di cui si sono impossessati
non gli spettava né per diritto acquisito e nemmeno perché se lo
siano guadagnati lecitamente.
Mazzini pensando che la
morte (non naturale) lo avrebbe potuto cogliere in qualsiasi istante,
per mano di chi non voleva che nascesse la Repubblica, ma con il
consenso di chi non voleva perdere nulla di quello che aveva
guadagnato o arraffato con la monarchia, mentre era esule politico in
Inghilterra, scriveva agli italiani questa lettera (circa quaranta
pagine) firmandola così: Addio.
Abbiatemi ora e sempre vostro fratello! Lettera
nella quale esortava i cittadini ad
adempiere i Doveri prima di pretendere i Diritti.
In queste
“vigilie” di ricorrenze importanti, voglio augurare a tutti di
poter fruire dei propri diritti. Aggiungo: Buone Feste!
Francesco
Corradino