Da quando abbiamo memoria storica è la prima volta che contemporaneamente tutta l’umanità, senza distinzione di sesso, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, è impegnata a contrastare una stessa causa: difendersi da un “avviso di garanzia”. Lasciando da parte i complottisti, è necessario che tutti gli altri cerchino di risolvere il problema, indifferentemente da chi l'abbia mandato, un demonio, un Dio o, molto più probabile, il Pianeta. Ma se volessimo dare anche ragione a chi pensa al complotto: è il Pianeta che complotta contro l'umanità?
Coloro che professano una fede religiosa, seguendola come verità incontrovertibile, ritengono che tutto sia stato creato e ogni mutamento faccia parte di un preciso disegno: il risultato ben definito di un progetto divino. Una verità assoluta, anche se non dimostrabile.
In questo lungo periodo
di pandemia molti creazionisti hanno pregato perché la diffusione del virus
cessasse. Anche gli evoluzionisti hanno “pregato”, perché anche loro credono,
ma in qualcosa che è mutabile per circostanze e casualità seguendo le leggi
della natura. Ogni cosa cambia per migliorare se stessa.
Evoluzionisti o creazionisti, tutti però crediamo nell’efficacia dei
provvedimenti che l’uomo può attuare tramite l'azione del singolo, degli
istituti politici, economici e sociali e con programmi che i governi possono
e devono varare. Solo così possiamo archiviare questa “accusa all’umanità”.
Supponendo che una
pandemia che investe tutto il Pianeta possa essere un avvertimento per farci
capire che la strada battuta fino a ieri non era quella del "disegno"
originale, possiamo dire che si tratta di un segnale per i popoli e per chi li
guida.
Si potrebbe addirittura arrivare
a pensare che una pandemia non è una punizione ma un regalo: una medicina che
viene dal cielo come un manna benefica utile per rinsavire l’umanità e non per
avvelenarla.
La verità è che non la
manda il cielo ma arriva dalla Terra.
Se, tralasciando coloro
che hanno avuto qualcuno colpito mortalmente, creazionisti ed evoluzionisti interpretassimo
così la pandemia, dovremmo benedirne l'arrivo e prenderla come se fosse un
avviso di garanzia che non avrà un processo ma la condanna definitiva, dalla quale
però fortunatamente possiamo salvarci: basta cambiare strada.
Questo non è il primo né
l’ultimo pandemico pericolo che corrono tanto l’umanità quanto altri esseri
viventi, spesso causati da attività dell’uomo contrastanti con i principi della
natura terrestre: allevamenti intensivi, deforestazione, versamenti di sostanze
nocive nel terreno, inquinamento delle acque, uso di pesticidi e diserbanti, uso
smodato delle risorse che il Pianeta è in grado di fornire e molto altro. Un
lungo elenco di probabili attivatori pandemici. Ieri sono state la Spagnola,
l’Asiatica, la Peste, il Vaiolo, il Colera, l’AIDS, per citarne alcune. Domani
chissà?
Oggi è tempo di fare un
compendio dell’azione di questo nuovo virus. Ci sta dicendo che non siamo
quello che abbiamo creduto di essere fino a ieri. Possiamo essere altro:
migliori verso la comunità, verso il Pianeta, verso noi stessi e anche verso il
Cielo. Possiamo diventare i componenti che realizzano un'opera se solo
prendessimo esempio da un formicaio o da un alveare, dove ognuno, oltre a
pensare per se stesso, lavora anche per tutta la comunità. L'Uno si salva se
salva tutti gli altri. Insomma il virus, che è vecchio milioni di anni più di
noi esseri umani ed è capacissimo di mutare all’occorrenza, invisibile come un
dio e instancabile come un atleta, ci sta dicendo che anche l’uomo, come è
successo già ad altre specie, è destinato all’estinzione. Quello che possiamo e
dobbiamo fare è non accelerare questo processo. Dobbiamo agire come se fossimo
i componenti di un'orchestra nella quale ognuno ha il suo spartito da seguire e
suona per realizzare l'opera. Solo agendo così l’esecuzione sarà "perfetta"
e alla fine potremo continuare a darci l'appellativo di sapiens sapiens. E,
perché no, alla fine pretendere l'applauso.
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