MUSEO DI CARTA, lettura e audiolibro


 
 

Libri reperibili nei seguenti negozi:
- BOOKSTORE MONDADORI

- LA FELTRINELLI

- IBS Libri

- AMAZON

youcanprint

o richiedeteli in qualsiasi libreria.  


 
 
 
 
 Museo di Carta, AUDIOLIBRO
 
 MUSEO DI CARTA
Versione cartacea,
codice ISBN: 979 86 75 54 221
 
 
 
 
"Sono storie realistiche e storie fantastiche, favole, racconti, parabole. Creazioni di un mondo immaginifico e ironico, senza dubbio adatte a tenere desta l'attenzione del lettore".
Questo dice Sellerio Editore di questi racconti.

“Molti alberi solitari da sempre hanno suscitato nell’uomo un particolare fascino; un senso di rispetto e di ammirazione sia per la longevità che per la loro capacità di resistere agli strali del tempo. Tanto è vero che molti artisti, soprattutto poeti e pittori, li hanno raffigurati nella loro arte come esseri speciali”. 

 

 Dopo l’applauso, quando l’attore si spoglia dei vestiti del comico e si veste della fragilità dell'uomo, una parte di quella tristezza, che tu spettatore pagante pensi sia morta e lasciata in platea, invece riprende vita e sale sul palcoscenico per cercare il suo assassino”. 

 

 

  FIORI E CATRAME



Era da molto tempo che accarezzava quell'idea e finalmente aveva deciso: era il periodo adatto… Stabilì anche il giorno per agire: quel giorno avrebbe tentato un esperimento alquanto insolito.
Il protagonista di questo curioso esperimento era un attento osservatore. Da un'accurata analisi aveva capito che il suo progetto, anche se non avesse risolto del tutto il problema, avrebbe dato un buon risultato.
Era una questione fra lui e sua moglie che si manifestava quotidianamente e puntualmente ambedue ne provavano fastidio. Erano anni che lui tentava di risolverlo con altri metodi ma fino ad allora con scarsi risultati; anzi, si potrebbe dire, con nessun risultato.
Quel fastidioso problema irrisolto aveva contribuito anche a creare una specie di diaframma nella coppia. Una frattura che, anche se erano ancora innamorati, non li rendeva completamente sereni: la moglie si irritava a sentirsi ripetere il suo disappunto e lui si infastidiva a ripeterlo.
Quel giorno mise in azione il suo piano. Lo aveva architettato nei minimi dettagli costatando, dopo alcuni mesi, che il risultato di quel progetto, per l'efficacia straordinaria, meravigliò persino lui che lo aveva ideato.
Nel pomeriggio di una domenica di splendido sole primaverile, l’uomo portò la moglie nel più bel giardino custodito della città.
In quel giardino pubblico ogni pianta era curata con estremo zelo e botanica dovizia. Nelle ore di chiusura veniva praticata un'accurata manutenzione. Il personale addetto toglieva i fiori appassiti da ogni pianta, le foglie e i rami secchi che ne guastavano l'aspetto.
«Questo giardino ti somiglia molto», disse lui con tono dolce alla moglie prima che entrassero. «Sembra una bella donna pronta per andare ad una festa».
«Grazie!» rispose lei, con un sorriso luminoso, per quel complimento che ogni donna vorrebbe ricevere.
Mentre varcarono il cancello, che era incorniciato da un meraviglioso glicine in piena fioritura, li investi una leggera brezza carica di profumo. Quel profumo di glicine lo autorizzò ad aggiungere: «Questo giardino, come te, profuma di…». Si fermò volutamente, giusto il tempo necessario affinché lei elaborasse quella sospensione, e poi, con un filo di ironia, riprese: «Profuma di primavera: ogni settimana un profumo diverso... Peccato che... a volte...»
«A volte cosa? Che vuoi dire?» lo interrogò lei.
«Voglio dire che a volte…», e fece un’altra pausa, vistosamente forzata, come se stesse cercando le parole giuste per esprimere qualcosa di spinoso.
«A volte», continuò, «non sono in grado di definire chi, tra te e questo giardino, è più curato. Ma oggi, prima che il sole tramonti, credo che lo scopriremo insieme».

Era un tiepido pomeriggio di una giornata serena. Alcuni giorni prima c’era stato un po’ di vento che aveva ripulito l’aria anche dallo smog, inevitabile in una grande città. Non pioveva da almeno venti giorni e non c’era nemmeno molta umidità.
Con quelle condizioni atmosferiche, quel pomeriggio le piante e i fiori manifestavano tutto lo splendore di cui erano portatori. Ma anche sua moglie, a dire il vero, quel pomeriggio era in perfetta forma e lui lo aveva notato. “Non potevo scegliere giorno migliore” pensò.
Le avrebbe fatto fare il giro di tutto il giardino, soffermandosi nei punti con i fiori e le piante a loro più graditi.
Appena entrati nel giardino, prima che iniziassero il giro, lui le aveva sussurrato all'orecchio: «Scegli un fiore, quello che pensi ti somigli di più. Ma non dirmi quale: me lo dirai quando te lo chiederò io».
«Veramente dovresti dirmelo tu a quale fiore potrei somigliare», aveva risposto lei, soddisfatta dell'apprezzamento del marito.
«Hai perfettamente ragione cara. Il fatto è che ogni giorno mi sembri un fiore diverso: tutto dipende da cosa indossi, da come ti pettini e ti profumi. Se ti portassi qui ogni giorno, ogni giorno dovrei scegliere un fiore differente. Ma oggi è un giorno speciale e voglio che sia tu a sceglierne uno...»
Durante il giro lei, più volte, si era soffermata vicino a piante e cespugli fioriti e aveva esclamato nella sua mente: “Questo...! No, quest'altro!  Eccolo! Questo è perfetto!”

Erano a Torino, nel Parco del Valentino. A quei tempi quei giardini erano veramente ben curati. Era un’epoca nella quale da un decennio si era usciti dalle guerre e da vent’anni di dittatura, e nonostante il boom economico e il consumismo avessero generato la ricerca sfrenata del benessere materiale, molte persone cercavano ancora lo splendore del vero e del bello.
Per architettare alla perfezione il suo piano e non incorrere in problemi, qualche tempo prima   era andato a chiedere il permesso al personale di sorveglianza del giardino, spiegando loro che un giorno, in presenza della moglie, avrebbe fatto quell’esperimento.

Completato il percorso, lei lo prese per mano e lo riportò in un punto del parco, vicino a una pianta rampicante davanti alla quale si fermò.
«Questo è perfetto!» esclamò, felice di sentirsi bella come quel fiore. Aveva scelto il fiore di una Clematide blu-viola con striature rosse e stami sul giallo.
«Questo fiore è bellissimo ti somiglia veramente, e con quello che farò adesso, voglio dimostrarti quanto ti amo».
Estrasse da una tasca della giacca un pacchetto di sigarette; dal pacchetto tirò fuori qualcosa che era avvolto in una stoffa e lo svolse. Ne uscì una boccettina di vetro con un pennellino già incorporato nel tappo. Era una di quelle bottigliette da smalto per unghie. La trasparenza del vetro lasciava intravedere che era piena di un liquido nero e denso.
«A cosa ti serve lo smalto per le unghie?» domandò lei incuriosita e subito esclamò: «Ma è nero!».
«Sì è nero, ma non è smalto per le unghie. Cara, questo è catrame! Catrame puzzolente.» Con aria soddisfatta rispose: si aspettava quella domanda.
Senza aggiungere altro, agitò energicamente la bottiglietta, anche se era inutile vista la densità del contenuto; svitò il tappo, liberò il pennellino dal catrame in eccesso e diede una pennellata di prova all'interno del coperchio del pacchetto di sigarette, proprio come farebbe un pittore sulla tavolozza prima di accostare il pennello alla tela. Poi, con fare teatrale, lo avvicinò al fiore di Clematide e iniziò con delicatezza ad annerire alcuni petali, stirando con arte il prodotto in modo che coprisse bene i meravigliosi colori sfumati.
«Ma santo cielo! Cosa stai facendo!? Così lo rovini...! Lo privi della sua bellezza naturale, e per quale motivo poi!?» urlò lei risentita e contrariata: quel fiore era stato scelto da lei come il suo preferito.
Lui, senza dir nulla, ripose il pennellino nella sua sede e rimise la boccetta dentro il pacchetto.
«Devo preoccuparmi?» esclamò ancora lei, irritata e incapace di decifrare quel gesto incomprensibile del marito: aveva rovinato il suo fiore.
Lui le prese le mani, la guardò amorevolmente negli occhi, ed esclamò: «È quello che fai tu tutte le volte che metti in bocca una sigaretta e l'accendi. Non dipingi forse con il catrame i bei petali del bel fiore che io ho scelto per la vita?».

 



Prossimo racconto: I QUADRETTI DELL'AVVOCATO



Nessun commento:

Posta un commento

Se ti fa piacere, lascia un commento: in futuro mi aiuterà a migliorare i miei propositi.