venerdì 23 marzo 2018

SORELLA ACQUA


"In una goccia d’acqua si trovano tutti i segreti degli oceani".
(Khalil Gibran)
Sua Santità, 
innanzitutto un caloroso saluto.  La decisione di scriverLe non è nata soltanto per l’apprezzamento che ho per Lei come capo della cristianità e moralizzatore di tutto l’apparato della Chiesa, è nata perché seguo con interesse il Suo “progetto” e ho stima della Sua persona carica di trasparente umanità: parafrasando il pensiero di un filosofo greco, Lei non professa la carità (come tanti si affannano a farci credere), Lei la testimonia, in tutte le possibili accezioni della parola. 
Prima di dirLe ciò che mi ha spinto a scrivere questa lettera, per correttezza, devo informarLa che la stessa, in concomitanza della Giornata mondiale dell’acqua, verrà pubblicata sul blog: “Pensieri… per trasformare materia in spirito, di Francesco Corradino”. Inoltre, per lealtà, è necessario informarla che non sono un credente, o meglio non credo che un dio abbia potuto creare la specie umana così mal riuscita, almeno non tutta. Sono certo che con la Sua comprensione e perspicacia comprenderà ciò che intendo. Tuttavia, pur non credendo nell’esistenza di un dio, mi interesso di religiosità e ne parlo volentieri con quanti, senza pregiudizi, accettano il mio pensiero: credo che l'umanità non debba essere suddivisa in “recinti”, né politicamente né religiosamente. Sono anche convinto che ogni essere umano possa avere un "dio" nell'animo senza per questo essere religioso: in poche parole si può essere “non peccatore” senza credere in un dio. 
Un giorno mi capitò di fare una lunga e piacevole conversazione con un prelato; egli, congedandosi, concluse il nostro incontro con questa frase: «La saluto dicendole che lei non crederà nell’esistenza di un dio ma ho compreso che è più cristiano di tanti che si dichiarano credenti». 
Questa premessa Le era dovuta per la correttezza e la sincerità che la sua persona dimostra di meritare. Sono anche certo che avrà la pazienza di “ascoltare” le mie parole anche se mi dilungo: è necessario… 

     Fin da bambino ho nutrito uno spiccato fascino per l’acqua. Questo elemento, disponibile in grande quantità, ma mal gestito, mi affascina in tutte le sue manifestazioni. Mi affascina e mi inquieta nello stesso tempo, fino al punto che una notte sognai di essere stato colpito dalla Fortuna. In quel sogno ero l’uomo più ricco della terra. Con quella grande risorsa realizzai un ambizioso progetto: dare acqua pulita a tutti senza alcun costo. 
Quello era solo un sogno, ma il fatto è che questo pensiero spesso mi si presenta quando sono sveglio. 
Se, come nel sogno, anche nella realtà la Fortuna dovesse impadronirsi della mia serenità, fornendomi un’immensa ricchezza, userei il disagio della ricchezza per rendere l’acqua veramente libera e fruibile per tutti, perché penso che nessun essere vivente dovrebbe mai pagare per “dissetarsi”. Ritengo che l'uomo e l'acqua abbiano molto in comune: entrambi si esaltano quando superano un grande ostacolo e si assopiscono se tutto scorre senza varianti. L'acqua, quando salta dalla sommità di una cascata sprigiona faville di allegria, come una festa del firmamento: ogni goccia si trasforma in una stella. L'essere umano (non proprio tutti per la verità), di fronte ad un grande problema, generalmente non si arrende, cerca, studia, ipotizza, prova e sperimenta finché non trova una possibile soluzione. Quando la trova, felice di aver superato se stesso, emana scintille di allegria: è una festa nel suo firmamento interiore; ogni goccia di sudore sprigionata nell'atto di risolvere un problema diventa una stella che brillerà a lungo nel suo futuro. 
Ma sia l'acqua che l'uomo, per spiccare questo salto, hanno bisogno di due punti fondamentali: da dove partire e dove arrivare.

Non credo che il mio sogno si possa realizzare, almeno per il momento, ma come spesso ho sentito nelle sue parole: bisogna essere positivi e sognatori di cose buone e propositive, non solo per sé stessi ma anche per gli altri. E dato che ritengo di essere una persona positiva, credo sia possibile un mondo più equo e più giusto. 
Spero che mi perdonerà se ho avuto la presunzione di pensare a Lei come possibile punto da dove partire per far spiccare questo grande salto all’umanità; e soprattutto ché l’ho scelta come compagno per ciò che Le chiedo: istituire la Festa dell’Acqua. L’ispirazione me l’ha suggerita un altro Francesco, Francesco d’Assisi, chiamando questo elemento Sorella Acqua. 
Per questo progetto sarebbe fondamentale il Suo aiuto. La Chiesa ha santificato molte persone che hanno dedicato la loro vita ad opere altruistiche; altri perché si ritiene che abbiano intercesso per dei miracoli. Quale miracolo, penso, è più grande di quello che in ogni istante realizza l’acqua? 
Creiamo nel calendario una giornata fissa nella quale si festeggia Sorella Acqua. Istituiamo la giornata in cui credenti e non credenti possano festeggiare insieme qualcosa che unisce tutti, al di là di legittimi dubbi o presunte certezze. Sono sicuro che nessun essere vivente sulla terra, né su altri pianeti dove c’è vita, si opporrebbe a questo evento, nemmeno coloro che con il commercio dell’acqua si sono arricchiti. E i santi, qualora si chiedesse a qualcuno di loro di rinunciare al giorno di festa, farebbero a gara per cederlo a Sorella Acqua. 
Questa, insieme alla Giornata mondiale dell’acqua, sarebbe una festa dove credenti e non credenti si possano unire nella costruzione di ponti per far convergere il cammino dell’umanità verso un futuro più equilibrato ed equo: ponti necessari per poter demolire, o quanto meno ridurre, la lottizzazione del Cielo e della Terra.

                                                                                      Con grande rispetto, Francesco Corradino

domenica 2 aprile 2017

L’EUROPA DELLE LUMACHE




Spesso è inutile e vana la volontà non di chi intraprende cose facili,

ma di chi vuole che siano facili le cose che ha intrapreso


Questo pensiero di Seneca è applicabile ad una, cento, mille persone, come a uno o a tanti popoli. L'azione di poche persone che cercano di risolvere problemi collettivi, per quanto utile, può essere vana se c'è ne sono tanti che invece di collaborare per la soluzione dei problemi remano contro. Figuriamoci quali difficoltà si incontrano per risolvere problemi che interessano 500 milioni di abitanti degli stati dell’Europa Unita.

COSÌ MI PIACE PENSARE L’EUROPA UNITA

Sono cresciuto in un paesino, dove c'era l'usanza di andare a raccogliere lumache se dopo un acquazzone usciva il sole.  La mia prima esperienza in questa attività l’ho vissuta con altri ragazzini, dopo un rapido temporale d’agosto.
Raccogliere lumache, per noi bimbi, era solo un gioco. Quel giorno, dopo che ognuno ebbe riempita la propria pentola, soddisfatti per l'abbondante raccolto, continuammo a giocare rincorrendo farfalle; non prima, però, di aver messo il coperchio alle pentole, in modo che le lumache non potessero uscire.
Uno dei miei amici un po’ più grandicello di me, già esperto nella raccolta di lumache, mi suggerì di mettere una pietra sopra il coperchio. Ma io, avendo interpretato come eccessiva la sua preoccupazione, e sottovalutando l’azione “magica” dell’unione, mi limitai a mettere sulla pentola soltanto il coperchio.
Dopo qualche ora passata a rincorrere il volo delle farfalle, quando tornammo a prendere le pentole per tornare a casa, trovai la sorpresa: la mia pentola era quasi vuota. Le lumache, drizzando le antenne, avevano adottato la tecnica dell'unione, per magia avevano alzato il coperchio, procurandosi la libertà.
Quell’esperienza per me è diventata scienza. Ha dimostrato che la debolissima forza di una lumaca, che da sola non conta nulla, se unita alla fragilità delle sue compagne può diventare forza e conquista.
Forse il mio amico, oggi probabilmente innamorato come me dell’Europa Unita, conosceva già quella scienza, ma io dovetti sperimentarla da me, a mie spese.
Molti di coloro che vedono soltanto i lati negativi dell’Europa Unita, sono troppo giovani e, per loro fortuna, non hanno vissuto e subito cosa c’era in Italia prima di questa unione; quando per ottenere un diritto, in molte parti d’Italia bisognava farsi raccomandare da un politico, da un prete o da un mafioso; se avevi anche la fortuna di non andare a morire in guerra.
Forse le cose difficili da realizzare sono le più ambiziose; ed è vana la volontà, come dice Seneca, di chi vorrebbe tutto, facile e subito.
Essere cittadino dell’Europa Unita mi fa sentire forte come una delle lumache che, grazie all’unione con le compagne, è riuscita a fuggire dalla mia pentola per procurarsi la libertà.
Credo che chi costruisce ponti cerchi unione e collaborazione. Chi invece i ponti li vuole demolire per costruire recinti cerca solo nemici da combattere.
                                                                                                          Francesco Corradino