domenica 23 dicembre 2018

UN DONO SPECIALE


UN DONO SPECIALE
Tratto dal romanzo L'occhio di Urania
 
Bussarono alla porta: era il postino che aveva un pacchetto da consegnare.
L'oggetto, confezionato con carta da regalo, per spessore e dimensioni sembrava essere un libro. Sull'involucro, sigillata lungo tutto il bordo con del nastro adesivo, c'era una busta con l'indirizzo del destinatario e il destinatario era proprio lui: un uomo considerato troppo pieno di sé da tutti coloro che lo conoscevano.
Al tatto però gli sembrò che non contenesse un libro ma una cornice o un porta foto. Prima di scartare il pacchetto cercò il nome del mittente, anche perché non si aspettava di ricevere nulla del genere, ma sul retro del pacchetto non c’era alcuna traccia di chi lo aveva spedito.
Aprì la busta dentro la quale c’era questa lettera.

Caro amico,
ci sono persone che per esaltare quelli che io chiamo i trucioli dell'esistenza di ogni individuo ne dicono di tutte le misure e ne fanno di tutti i colori. Per trucioli intendo i residui della “lavorazione”, comunemente ed erroneamente da tanti chiamati difetti.
Sono convinto che questi trucioli sono gli scarti della lavorazione dell'opera, cioè dello svolgersi della vita stessa di ogni persona.
Prima di esaltare le ammaccature sulle mani di uno scultore, le macchie di colore sui vestiti di un pittore o la schiena curva di un cavatore di pietre sarebbe bene che prima si mettesse in luce l'opera che quegli scarti hanno creato. Questo, per poterne trarre un giudizio complessivo o, quanto meno, per poter approvare, in senso positivo, quel detto che dice di essere il fine a giustificare i mezzi.
La domanda che le voglio fare è questa: le ammaccature sulle mani, i vestiti imbrattati e la schiena piegata, per lei sono il mezzo o il fine? Io penso che siano il mezzo. Ma per alcuni perfezionisti diventano un fine. Penso che cerchino i difetti per sminuire l’opera.
Perché mi rivolgo a lei? Sono a conoscenza della sua spiccata predisposizione, nonché singolare capacità nel cercare con interesse raffinato i difetti altrui e di saperli anche divulgare con minuzioso impegno. Per questo ho pensato che questa sua caratteristica possa concedermi un favore, facendo nel contempo un utile servigio anche ad altri.
Osservi attentamente e senza fretta l'immagine che le propongo...
La prego di mettere in luce tutti i difetti che vi troverà. Poi, nei limiti delle sue capacità, che come le ho già detto sono eccellenti, li divulghi come solo lei sa fare, affinché in molti possano venirne a conoscenza e, all'occorrenza, trarne precauzionali benefici.
Un sincero amico: anonimo per necessità.

Molto indispettito, ma cosciente della sua predisposizione nell'arte di notare in tutte le cose i difetti, ancor prima dei pregi, disse fra se: «Ecco il primo difetto: manca il mittente!»
Un po’ contrariato per quella richiesta, girò e rigirò nuovamente il pacchetto nel tentativo di trovare il nome di chi lo aveva spedito.
Non trovando alcuna traccia del mittente, irritato e con fare sbrigativo strappò la carta del pacchetto e si trovò in mano una cornice che da entrambi i lati conteneva uno specchio. Gli specchi, come si sa, inevitabilmente riflettono la nostra immagine e soprattutto non mentono mai.
Mentre cercava un armadio dove nascondere il "regalo", per attenuare la collera mormorò fra sé e sé: «Oh…! Ma cosa credono che sia facile criticare? Fare il rompiscatole, come dicono loro. Mai un accrescimento di stima, mai un complimento, il massimo che si può ottenere è una sostanziosa quantità e qualità di critiche».


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