domenica 14 marzo 2021

DUE MERLI RICICLATORI

 

In un articolo dal titolo “La civiltà della spazzatura” pubblicato su Terzo Pianeta, facevo un’analisi della quantità di rifiuti che produce la nostra società e della scarsa attenzione nel saperla differenziare per riciclare il riciclabile.

In quell'articolo, in cui facevo soprattutto riferimento al problema della plastica, raccontavo anche di un nido di merlo costruito non solo con pagliuzze, foglie, lana e piume, ma tristemente anche con striscioline di plastica.
Il nido di cui parlavo nell'articolo era dentro un Trachelospermum jasminoides (falso gelsomino) nel terrazzo di casa mia.

 

Durante il lockdown, a causa del coronavirus, eravamo chiusi in casa da parecchie settimane e non ricevevamo visite, nemmeno quelle dei nostri figli che, per non avere contatti, ci facevano la spesa, la mettevano in ascensore e noi la ritiravamo al piano.

Nel pomeriggio del giorno di Pasqua, con mio grande piacere, ricevemmo una gradita visita.
Due merli, credo gli stessi che l'anno prima avevano costruito il nido nel gelsomino, vennero sul terrazzo per un sopralluogo. Questa volta però non come costruttori ma come riutilizzatori.
Grazie al riflesso nel vetro che dall'esterno impediva loro di vedere me, da dietro la finestra li potei osservare senza spaventarli.

Uno dei due, penso il maschio, si era fermato sulla ringhiera del balcone e osservava la merla che con fare sbrigativo si dava da fare nel cercare di dare una risistemata al vecchio nido.
Ipotizzai che fosse la merla a sistemarlo, perché generalmente le femmine sono molto più attente di noi maschi nella cura della prole.

Subito pensai che volessero riciclarlo e ne fui felice; anche se questo voleva dire usare meno e con cautela il terrazzo per almeno tre settimane: giusto il tempo tra deporre le uova, covarle e svezzare i piccoli.

Chi conosce il canto dei merli sa che possono riprodurre diversi motivi. Ascoltarli attentamente dà la sensazione che discutano educatamente senza interrompersi l'un l'altra come spesso facciamo noi umani. Se qualcuno ha dubbi su quello che dico non deve fare altro che ascoltarli al mattino, soprattutto in primavera.
Rimasero impegnati in quell'attività di ispezione una decina di minuti "chiacchierando" allegramente. Intanto che lei sistemava il nido immaginai che lui, come capita spesso a noi maschietti, oltre ad osservare desse superflui consigli.   Poi la merla si spostò sulla ringhiera e il maschio fece anch'egli una breve ispezione al nido; infine tornò sulla ringhiera, fecero ancora un altro discorsetto e poi volarono via.

Per un po' di giorni aspettai e sperai che tornassero a utilizzare quel vecchio nido per la covata dell'anno anche se pensare a quei piccoli merli nella plastica mi disturbava, ma questo non successe.

Per non chiudere definitivamente con quella gradita visita, tenni vivo quell’accadimento cercando con un po' di fantasia di immaginare cosa si fossero detti il giorno dell'ispezione.
In quella allegra chiacchierata del giorno di Pasqua, mentre la femmina cercava di risistemare le pagliuzze avrà detto al compagno che quel nido non poteva andar bene per procreare. In effetti non so se fossero stati loro o un'altra coppia ad averlo costruito l’anno prima: posso solo immaginarlo. Di certo c’è che dopo la costruzione rimase inutilizzato.

«Ricicliamolo!» avrà detto il maschio, «Basta una piccola risistemata e avremo un nido già pronto senza dover trasportare molto materiale per costruirne uno nuovo».
«Lo vuoi capire che non faccio nascere i miei figli in questa porcheria di plastica!»
sicuramente ha risposto la merla con decisione.
«Quando l'abbiamo costruito»,
probabilmente insisteva il maschio, «i prati erano pieni di quella plastica e tu eri d'accordo a utilizzarla. Perché poi hai cambiato idea?»
«Perché!? perché da sempre i nostri avi hanno costruito il nido con materiali naturali. Questa modernità non mi piace affatto! Già l'anno scorso ti dissi che non andava bene stravolgere le buone tecniche.»

Rimasero in silenzio per un po' (cosa che avvenne realmente). Poi il maschio avrà cercato ancora di convincerla:
«Se gli umani si affannano a costruire tutto di plastica vuol dire che conviene! Ma se proprio non ti va… Togliamo la plastica e ricicliamo il resto. Comunque sarebbe fatica in meno…»
«E che ne facciamo della plastica?»
avrà chiesto la merla, «Non possiamo riportarla dove l’abbiamo presa e nemmeno possiamo lasciarla cadere nel terrazzo di queste persone che ci ospitano».
«La facciamo cadere in strada...»
avrà proposto lui.
«E bravo! Così facciamo rimproverare i padroni di questo terrazzo. Perché tutti i passanti penseranno che siano loro a buttarla giù».

Se volessi continuare con quella improbabile discussione della coppia di merli, potrei scriverci un romanzo, tanta è la mia avversione per l'uso smodato che facciamo della plastica: poca attenzione a ridurne l’uso, a non disseminarla ovunque, scarso impegno nel riciclarla e nel differenziare quella da smaltire.
Se i merli raccolgono striscioline di plastica nei prati e negli arbusti per usarla nei loro nidi, è perché c'è chi li dissemina ma purtroppo non c'è chi li raccoglie.

Questo non avviene solo nei boschi, capita anche nella manutenzione delle aree verdi nei centri abitati.
Ho osservato per molto tempo come avviene il taglio del l'erba nei giardini pubblici e ne ho ricavato l'impressione che spesso non si cura il prato ma la raccolta. Succede che dopo la falciatura, l’erba viene raccolta ma vengono lasciati nel prato, carte, lattine, plastica e quant'altro la macchina ha trinciato.

Contemporaneamente ho anche osservato chi fa la manutenzione degli alberi: dopo la potatura raccolgono rami rametti e fogliame e spazzano la superficie per lasciarla pulita. Non capisco perché questo sistema non si debba adottare anche per la “potatura” dell’erba.

Con un pizzico di malizia potrei pensare che l’interesse sia quello di raccogliere più erba possibile per farne composto e si lascia nel prato tutto il resto.

È lì che prevalentemente i poveri uccelli, inquinando i loro nidi, raccolgono quello che non dovrebbe essere tra l’erba.

Nessun commento:

Posta un commento

Se ti fa piacere, lascia un commento: in futuro mi aiuterà a migliorare i miei propositi.