martedì 7 maggio 2024

COSA HANNO FATTO LORO?

 

Giovani, sani di corpo e mente, che avete la fortuna di vivere nel mondo dell'abbondanza e spesso avete la facoltà di potervi concedere anche il superfluo oltre l'inutile. Quando vi sentite "diseredati" dal vostro futuro e vi lamentate verrebbe naturale, in qualche modo, poter fare qualcosa per voi. Bensì non sia cosa facile.

Non è cosa semplice, per la mia generazione, potervi offrire il nostro aiuto. Sono convinto che una parte del vostro disagio dipenda dalle nostre mancanze. Ci è stato tramandato un futuro già delineato dalle generazioni precedenti e, come genitori, ci spettava il compito di tutelare e difendere quei progressi che vi avrebbero garantito equità nei diritti e nei doveri. Tuttavia, anziché vigilare su tali diritti ci siamo assopiti nel godimento del benessere che le generazioni precedenti, con il loro sacrificio, ci hanno donato. Non sono sicuro che noi, anche se consapevoli delle nostre colpe, ora possiamo esservi d'aiuto. Neppure i governi, col megafono così in voga in questo periodo, saranno in grado di valorizzare le vostre potenzialità; di conseguenza, nemmeno le istituzioni potranno farlo. L'impressione che emerge è che, quando sollevate le vostre proteste, trovate qualcuno che invece di capire le vostre ragioni e difendere il vostro diritto al pensiero, vi impone di abbassare la testa; e lo fanno con mezzi che non sono esplicitamente quelli contemplati nella Carta dei diritti e dei doveri.

Nonostante tutto, la mia generazione qualcosa può suggerirla: se non riuscite a immaginare un futuro che possiate costruire con il vostro lavoro e un po' di impegno sociale, consultate le generazioni che ci hanno preceduto. Chiedete loro se quando erano giovani come voi stavano meglio o peggio di voi. Domandate se immaginavano il loro futuro già preparato da altri o se, con fatica e impegno sociale, lo hanno prima immaginato e poi costruito. Chiedete quante volte hanno dovuto dormire con lo stomaco non proprio pieno, nonostante avessero lavorato sodo. Chiedete loro queste cose; essi vi insegneranno come ognuno, nei limiti delle proprie capacità e possibilità, debba partecipare alla costruzione del proprio futuro e di quello della collettività di cui fa parte. Non esitate a chiedere! Anche se molti di loro non possono più rispondere con le parole perché ormai dormono sulla collina, possono comunque rispondervi con le loro gesta scritte da chi ha fatto tesoro del loro sacrificio.

Quelle pagine vi diranno cosa hanno fatto quando sulle montagne, mettendo in pericolo la loro stessa vita, non sentivano né freddo né fame, pur soffrendo entrambi; non li sentivano perché condividevano un sogno: costruire il loro e il nostro futuro. Chiedete, chiedete sempre, e loro vi racconteranno come nonostante le avversità, hanno costruito il futuro in un tempo in cui, al contrario di noi, vivevano un presente molto difficile. Chiedete, chiedete sempre, per tenere in vita il loro pensiero e non far morire nell’oblio il loro sacrificio.


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